"Da Magritte a Duchamp.
1929: il grande Surrealismo dal Centre Pompidou"
Il movimento di idee "Surrealismo" nasce ufficialmente a Parigi nel 1924, sulla frattura con il movimento Dadaista.
Andre' Breton scelse il nome "Surrealista" in onore del poeta Guillame Apollinaire (1880 - 1918) perché aveva definito la sua commedia "Les Mamelles de Te're'sias" un dramma surreale.
Dopo cinque anni dalla pubblicazione del manifesto surrealista, il nucleo subì profonde lacerazioni, atti che non ostacolarono le motivazioni di ricerca contro la cultura imperante allora esistente per attingere alla più irrazionale creatività.
Il Surrealismo fu un atto per esprimere il pensiero svincolato da ogni controllo della ragione, da ogni codice estetico, da ogni forma morale.
Si rivalutò l'inconscio, il sogno, la visione onirica, l'espressione dell'innocenza infantile, la teoria psicanalitica di Freud.
Vedere al di là della realtà: un appello all'irrazionale e all'inconscio da contrapporre alla ragione e alla tradizione.
L'opera surrealista doveva emergere dalla luce dei sogni, delle ossessioni, nel l'abbandono del sonno, nel caso, nell'allucinazioni, nella poesia, nell'insolito, nella pazzia.
L'apparente si tramutò in turbamento.
L'arte surrealista divenne veicolo alla portata di tutti gli inconsci perché liberazione del pensiero creativo celato in ogni essere.
Perdita temporanea della ragione, esaltazione del sogno perché regni esistente oltre i confini della ragione.
Surrealismo come filosofia di vita: atteggiamento metafisico verso il complesso dell'umana esistenza per provocare una "crisi del conscio".
L'artista surrealista non era un esteta ma un nuovo indagatore e un sperimentatore che estese le sue ricerche ad ogni campo per contemplare la realtà assoluta.
A Palazzo Blu, in Pisa, sono esposti novanta opere provenienti dal museo parigino: dipinti, sculture, disegni, collage, istallazioni e fotografie. Capolavori di Magritte, Duchamp, Dali', Ernst, Man Ray, Picasso, Miro', Giacometti e Giorgio de Chirico.

Carlo Maria Pelatti