GLI ANGELI DELL’ARTE
In un momento segnato dalle tante difficoltà create dalla pandemia di Covid-19, in una stato di emergenza sanitaria, con segnali sempre più drammatici lanciati dal mondo economico, il mondo
dell’arte, della cultura dello spettacolo subisce un brusco arresto.
L’articolo seguente ha lo scopo di poter riprendere un parallelo storico, come quello apportato dagli angeli del fango, che salvarono la storia di Firenze dopo l’alluvione dell’Arno del
1966.
Angeli ieri e Angeli oggi
Il 6 Novembre 1966: il cuore di Firenze fu devastato.
Gli occhi del mondo guardarono lo strazio e il disastro provocato dall’eccezionale inondazione delle acque dell’Arno.
Una furia della natura senza precedenti che, in poche ore, sfregiò il patrimonio artistico di una delle città più belle del mondo: Firenze.
Quadri, statue, libri, pergamene, mobili: tutto ciò che era conservato ai piani terreni, cantine e depositi sotterranei fu sommerso da un mix micidiale di acqua, fango e idrocarburi.
Il quartiere di Santa Croce soffocò sotto 6 metri di acqua: i suoi inestimabili capolavori, racchiusi nella basilica di Santa Croce e nella Biblioteca Nazionale, subirono danni
irreparabili.
Icona dell’evento divenne, ironia della sorte, il volto sfregiato del Cristo Crocifisso dipinto su tavola da Cenni di Pepo, detto Cimabue.
In ventiquattro ore accorsero, nel capoluogo toscano, donne e uomini mossi da un unico denominatore: Amore, con le “A” maiuscole, per l’Arte.
Furono chiamati “gli Angeli del fango”.
Angeli inzuppati di e nel fango che, incessantemente, salvarono il patrimonio artistico, la testimonianza storica di Firenze e, con essa, di tutta l’umanità,
Dentro al cuore di ogni Angelo del fango c’era una piccola ma preziosa Firenze.
Ora, in questo difficile momento, abbiamo bisogno anche dell’’Arte, perché incanto del nostro umano conoscere, perché ricerca della bellezza interiore alla persona stessa.
Oggi, l’individuo affannato, conquistato dai progressi tecnologici, dominato dalla fretta, zittito da rumori a lui esterni e circondato da emissioni tossiche, può dimenticarsi della
Bellezza?
La Bellezza dell’Arte aspetta, di nuovo, gli Angeli, donne e uomini che hanno e avranno il coraggio di immergersi, non più nel fango, ma nell’’incanto dall’Arte italiana, custodita nei luoghi più
belli che il genio italiano ha saputo innalzare in una terra unica qual è l’Italia.
Angeli, quando questa pandemia vi lascerà liberi di volare di nuovo, non dimenticatevi di far brillare l’arte italiana.
La bellezza ha sempre e avrà bisogno di voi.
Non dimenticatelo.
Grazie Angeli.
Carlo Maria Pela