INTERVISTA ALL’ARTISTA HENRI MATISSE: LA DANZA

BUONGIORNO MAESTRO MATISSE, LA RINGRAZIO A NOME DI TUTTI I SOCI DI ARCHEO & ARTE PER AVER CONCESSO, IN ESCLUSIVA, UNA INTERVISTA PER SVELARCI I SEGRETI DI UNA TRA LE SUE PIÙ IMPORTANTI OPERE “LA DANZA”.
COM’È NATO QUESTO QUADRO?

Inizierei con il salutare tutti i soci di Archeo & Arte di Vignola.
Com’è nata “la Danza”?
Un mio caro amico, Sergej Scukin, nel 1909, mi commissionò questo quadro per la sua residenza moscovita, pensai, subito, al tema della “joie de vivre” (la gioia di vivere). Ripresi il soggetto da un quadro dipinto tre anni fa, nel 1906: far danzare le persone al ritmo della musica.
Creai un dittico: nel primo quadro la protagonista doveva essere la musica (“La musica” 1910, Hermitage, San Pietroburgo), mentre nel secondo, i danzatori si muovevano al ritmo della canzone che proveniva dal quadro accanto.
PERCHÉ IL TEMA DELLA DANZA?
Ero a Parigi. Una domenica andai ai giardini del Moulin de la Galette, sulla collina di Montmartre. Guardai il movimento di alcuni ballerini che danzavano al ritmo della ‘Faranda’: correvano tenendosi per mano attorno alla scala, avvolgendo, con un nastro, il resto della gente presente.
Tornai a casa e, nel ricordo della festa, dipinsi la mia danza in una tela di quattro metri, canticchiando ancora il motivo della ‘Faranda’, perché volevo che i miei ballerini danzassero ancora allo stesso ritmo.
CHE COS’È PER LEI LA DANZA?
Sentimento, ritmo, energia, inno alla vita!
Il ballo trasmette felicità, quella piena e viva. Solo se questa gioia è condivisa, solo allora sarà vera.
LEI, NEL QUADRO, HA USATO SOLO TRE COLORI, PERCHÉ?
Si, solo tre. Il blu del cielo d’estate del mediterraneo, il verde dell’erba che copre la nostra terra e il rosso dei corpi per dare energia.
Ho usato questi tre colori perché volevo raccontare la forza della vita, il suo movimento, il suo eterno rinnovarsi. Sono cromie pure, selvagge, simili agli accordi musicali.
La musica che anima la vita: è quello che ho voluto esprimere!
Poi bisogna lasciare ad ogni colore il suo spazio per espandersi.
Il colore deve essere libero!
E I DANZATORI?
I cinque corpi condividono, in pose dinamiche, il ritmo.
Il ritmo è il vero protagonista della mia opera. Tutto nella danza è ritmo.
Ho dipinto il frenetico ritmo della vita. Alcuni ballerini hanno la testa inclinata perché ho voluto accentuare il dinamismo acrobatico del movimento.
PERCHÉ I DANZATORI NON FORMANO UN CERCHIO?
Il cerchio è la forma primordiale di immagini ancestrali di energia.
Ma io non volevo questo, non voglio il simbolo della pace e della quiete, tipica del cerchio!
Io ho creato un ovale inclinato, perché il ritmo deve esprimere una selvaggia vivacità.
DUE MANI DEI DANZATORI NON SI TOCCANO
È il movimento frenetico che unisce il rapporto con gli altri danzatori.
È tanto contagioso quanto irresistibile I due corpi, dei danzatori, sembrano lanciarsi l’uno verso l’altro.
Le mani non si toccano. Sarà lo spettatore a decidere: o si unirà alla Joie de Vivre insieme agli altri o lascerà che questa occasione passi invano. Prendere o lasciare! Lo dica ai suoi amici, lo dica a tutti!
La mia danza deve coinvolgere tutti!
Tutti possono ballare sulle note della vita! La vita è colore, è gioia, è unica, è libertà!
Una volta uniti... sarà difficile tornare come prima!
La gioia di vivere è tutto!

Carlo Maria Pelatti